martedì 23 febbraio 2010

Il comune di Roma e l'emergenza abitativa

"Mi sembra che più che cercare soluzione all’emergenza casa si sia trovata una elegante soluzione per regalare la nostra città ai palazzinari. Infatti perché non prevedere l’utilizzazione a fini abitative dell’esistente, degli alloggi sfitti e del patrimonio dei grandi enti? Perchè non fissare un tetto che stabilisca che almeno il 50% dell’edilizia costruita o acquisita sia riservata all’edilizia sovvenzionata?
Da un comunicato di Maria Gemma Azuni, consigliere comunale di Sinistra e Libertà


Il Comune di Roma non delibera nulla, in termini economici, a sostegno dei cittadini che abitano negli immobili in dismissione dei grandi Enti, acquisendo gli immobili inoptati; non delibera l'aumento del fondo per il contributo all'affitto; ecc. ecc.. Ancora una volta, pur essendoci circa 250.000 appartamenti sfitti (come più volte ha detto il Sindaco), si cercano soluzioni che accontenteranno solo i "Costruttori", andando ad occupare sempre più territorio (Agro Romano). Il fabbisogno nella nostra città è di circa 50.000 unità abitative, se ci sono 250.000 abitazioni sfitte, sullle altre 200.000 in più, perchè non intervenire ad esempio aumentando l'ICI ad una quota che non deve convenire lasciare l'immobile sfitto? Così facendo, si farebbero emergere gli affitti in nero e ci sarebbero le opportunità per non strozzare coloro che vanno in cerca di un alloggio in affitto. Ma su tutto questo c'è una volontà politica di risolvere il "Problema Casa"? Se queste sono le premesse, non credo.
Alfredo Toppi

Nessun commento: