martedì 5 giugno 2012

PRINT Magliana –Bonelli nel sito ex Buffetti

Quadro storico.
La speculazione edilizia degli anni ’70 e le lotte degli abitanti del quartiere Magliana per limitare l’incombenza di nuove costruzioni e per il risanamento del Quartiere.
A chi ha partecipato a quella stagione di scontro durissimo con i costruttori, che ha portato all’occupazione fisica e demolizione di molti cantieri di ulteriori palazzi in costruzione, oggi, non va proprio giù che si pensi di permettere la costruzione di case nell’area ex Buffetti.
La relazione preliminare degli articoli 11 rappresenta un quadro di densità abitativa di 750 abitanti per ettaro. Si ipotizza un incremento residenziale sia pubblico che privato limitato a 22.305 metri cubi di cemento su progetti di cementificazione equivalenti a 376.403 metri cubi. Il programma di recupero urbano si muove nella triplice direttrice di reperire verde pubblico, aree per parcheggi e servizi alla cittadinanza sia privati che pubblici e favorire l’accesso e l’uscita dal quartiere. Al momento degli articoli 11 gli abitanti del quartiere erano 40.000 e la previsione di ulteriore aumento era di soli 279 abitanti, molto al di sotto della tolleranza di 500 del piano preliminare
Quadro attuale.
Oggi, in seguito alla complicata situazione abitativa, l’uscita da casa dei giovani si protrae nel tempo e addirittura assistiamo alla convivenza plurifamiliare in ogni casa, senza contare gli importanti flussi di immigrati che hanno reso ancora più elevata la densità del quartiere. Prima di procedere a nuovi insediamenti residenziali occorrerebbe resettare al momento attuale la densità in relazione a quelle indicazioni di 20 anni fa. Oggi secondo noi la situazione è ancora più grave e questo dovrebbe sconsigliare di caricare la zona con altra edilizia residenziale. Il PRINT interviene in un quadro consolidato dagli articoli 11 di altri 22 interventi privati,che alla fine porteranno una colata di cemento di 376.403 metri cubi dei quali 360.000 a commerciale ed alberghi, aggiungendo nel rapporto cemento, verde, parcheggi una percentuale molto evidente a vantaggio del primo.
Premessa la contrarietà al progetto di nuovi insediamenti, veniamo a quelle relative al print in parola.
Il quadro che si va a delineare è particolarmente complicato se prima non sappiamo quanti altri PRINT esistono sul territorio. Eppure la NTA del PRG prevede che si faccia una stima di quanti sono i terreni, le costruzioni e i soggetti interessati. E’ evidente che il PRINT non si può sfogliare come una foglia di carciofo, va fatto un piano dove l’intervento privato sia contemperato con l’interesse pubblico. Se alla base non c’è una programmazione su tutto l’esistente non possiamo certo decidere ora dove si reperisce il verde e dove le aree dei parcheggi. Di questa non c’è traccia nella delibera. Questo ci espone ad un grande rischio, ovvero che l’approvazione di un PRINT non esclude che altri, in seguito possano richiedere lo stesso trattamento di legge e dare in cambio le stesse opere pubbliche insufficienti e di dubbia realizzazione. Tanto è vero che in questo singolo progetto si tenta di mettere tutto, con il risultato che nulla sarà sufficiente a risolvere le direttrici riconosciute in tutti i piani regolatori per la Magliana: del verde pubblico e dei parcheggi. Secondo noi la conformazione dell’attuale sito, per come si è venuto consolidando nel corso della storia dello stesso, si presta a soddisfare in modo quasi naturale l’esigenza di reperimento di verde pubblico. La presenza di alberi ad alto fusto e di secolare durata forniscono già ora un potente contributo di ossigeno ad una zona martoriata dall’inquinamento. Nel tempo, a partire dal 2008, data nella quale è stato attuato il piano regolatore si sarebbe potuto anche immaginare un provvedimento di esproprio per utilità pubblica.
Si dice che non c’erano risorse pubbliche per l’esproprio, ma qualcuno lo ha mai proposto ?
Ma non c’è solo questo, poiché non riusciamo proprio a capire per quale motivo la proprietà si è potuta sottrarre fino ad oggi ad eliminare l’amianto presente nei capannoni che un tempo furono sede di un’importante attività industriale come la Buffetti. Non ci va proprio nel verso giusto immaginare che ai proprietari di quel sito, teatro di uno dei più grandi attacchi al lavoro, con l’allontanamento di tutti gli 80 operai, non si sia chiesto da parte del nostro municipio di centro sinistra nell’arco di almeno due legislature di togliere a proprie spese questo pericolo incombente sulla comunità della Magliana. Non solo, oggi, per effetto di una normativa favorevole la proprietà vorrebbe far pesare il ricatto sulla cittadinanza di farlo solo dopo l’approvazione della delibera in parola che gli permette di effettuare un progetto speculativo per niente condivisibile. Nello specifico del progetto, quindi, pur ammettendo che il Municipio possa superare tutte le considerazioni fatte in precedenza e rendersi disponibile a condividere la costruzione di altre abitazioni, non condividiamo la presenza di altro commerciale nelle cubature e propendiamo affinché l’interesse pubblico scelga di non operare ulteriore cementificazione. L’ incremento di altro commerciale va a detrimento di quello esistente. La crisi evidente del mercato rionale di V. Pescaglia, tanto faticosamente fondato, rischia di aggravarsi ancora di più. Per altro, ricordiamo che esso occupa lo spazio recuperato dalla lotta dei cittadini negli anni ’70 contro l’edificazione selvaggia. In quello spazio dovevano essere costruiti altri palazzi e l’area del cantiere venne materialmente espropriata dall’occupazione degli abitanti.
E’ cementificazione il parcheggio interrato e lo è la costruzione del centro polifunzionale.
Il parcheggio dovrebbe caratterizzarsi come luogo pubblico di sosta, con stalli a rotazione, mentre il parcheggio interrato, per la necessità di essere custodito finirebbe per ricalcare i modelli privati assolutamente inaccettabile, in quanto altamente speculativi. Il centro polifunzionale lo vediamo meglio in una struttura da recuperare come l’ex scuola 8 marzo, in modo di non aggiungere nuovo cemento e per il parcheggio saremmo più propensi a che la proprietà lo attui quale pertinenzialità dei nuovi appartamenti senza lasciare spazio al commerciale,mentre sarebbe il caso di immaginare una sistemazione su strada dei parcheggi e lasciare a verde pubblico tutto il resto del sito.
Per certi versi, che non si costruisca un nuovo edificio in quel sito per l’asilo nido lo reputiamo un evento favorevole e vorremmo che la sede fosse trovata nella scuola Quartararo, dando finalmente seguito alla fine occupazione della stessa da parte della scuola privata, come auspicato da specifica mozione del Municipio. Perché invece di pensare a far costruire ulteriori opere in cemento non si chiede il versamento nelle casse del Municipio degli oneri, che potrebbero essere utlizzati per tante altre necessità del Quartiere? Prima fra tutte la ristrutturazione dell’ex scuola 8 marzo a centro polivalente e a verde pubblico.
L’allargamento del ponticello di V. di Villa Bonelli potrebbe acquisire un maggiore finanziamento pubblico tolto dal centro polifunzionale e dal parcheggio interrato. Posto che quest’opera presenta notevoli problemi di realizzazione, crediamo che vada indetta una specifica fase di confronto con i cittadini per stabilire i ritorni positivi e negativi della stessa.
In sostanza SEL dichiara la sua totale contrarietà a questo progetto, sia per l’aumento di residenze, che aggraverà una situazione già insostenibile in termini di viabilità, verde pubblico e servizi, che per le operazioni di ulteriore cementificazione determinate dal commerciale, dal parcheggio interrato e dalla costruzione del centro polifunzionale.
Nel complesso ci troviamo di fronte a qualcosa come 12.800 metri quadrati di SUL, che tradotti in cemento dovrebbero darci circa 40.000 metri cubi, ovvero una valanga di molto superiore a quanto già previsto dal Piano di Recupero Urbano (gli articoli 11) che per il residenziale prevedevano, come detto sopra, 22.305 metri cubi. Se è vero, che in virtù di un piano regolatore, che ha ammesso la possibilità di progetti integrati, i PRINT, si deve per forza subire un progetto di ricostruzione fondato sull’edilizia privata, allora la parte che rimane al pubblico, secondo noi, dovrebbe rimanere a verde pubblico e parcheggio a raso, senza ulteriore cementificazione. Sul versamento degli oneri concessori pretendiamo garanzie dalla parte proprietaria e un processo di effettiva partecipazione sulla entità e destinazione delle opere pubbliche. Roma 29 maggio 2012

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