
La politica del mercato, per rimettersi in piedi, ha bisogno di tagliare la spesa sociale, vedi il comportamento dei Repubblicani negli Stati Uniti che chiede questo a Obama per poter fronteggiare la crisi. Ma anche in Europa non si scherza, la BCE chiede di: ridurre i diritti, razionare i servizi, comprimere i redditi e tutto questo spinge ad ottenere un taglio netto della spesa sociale. L’Italia, con l’avvento del berlusconismo e senza nessuna opposizione alla politica del mercato, si trova ad essere uno degli anelli deboli di questa Europa e il Governo, nell’intervenire per affrontare la crisi, va ad incidere sul ceto medio-basso, senza intaccare il grande capitale con una perequata PATRIMONIALE che faccia pagare, in termini proporzionali, a chi ha di più. Questa manifestazione deve avere la capacità di compattare una SINISTRA che faccia da faro per una nuova politica che non lasci indietro i meno abbienti e ridia sviluppo e lavoro, tassando le rendite speculative che non sviluppano lavoro e riducendo le tasse, invece, a chi lo crea a tempo indeterminato (non abbiamo bisogno del precariato); creando servizi di sostegno ai minori, ai giovani in cerca di occupazione e a coloro che sono in difficoltà abitative (senza occupare ulteriore suolo, visto che ci sono più case che abitanti in Italia). Queste sono solo alcune delle cose da affrontare.
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